Omicidio Noemi: nuovi dettagli agghiaccianti dall’autopsia

Dagli ultimi accertamenti sul corpo di Noemi Durini, la minorenne uccisa dal fidanzato reo confesso, è emerso che la giovane è stata picchiata, probabilmente a mani nude, e successivamente accoltellata al capo e al collo. Molte le lesioni contusive sul cadavere della sedicenne.

Prima di essere uccisa a coltellate Noemi Durini è stata picchiata. Questo è quello che emerge dalle analisi sul corpo senza vita della 16enne di Specchia, in provincia di Lecce, scomparsa il 3 settembre dalla propria abitazione. Probabilmente, stando all’autopsia, la studentessa è stata picchiata a mani nude e successivamente è stata accoltellata al capo e al collo. I medici legali hanno riscontrato, sul cadavere della ragazza, lesioni contusive multiple, riconducibili a un pestaggio, oltre alle lesioni da arma bianca al capo e al collo.

Nel cuoio capelluto della ragazza è stata trovata la punta del coltello utilizzato per il ferimento. Sul cadavere di Noemi Durini non sono invece emersi segni di pietrate. L’autopsia esclude quindi la prima versione del fidanzato reo confesso che dichiarò di aver usato alcune pietre per malmenare la ragazza. Lucio M. ha poi cambiato versione raccontando di aver ucciso la studentessa con un coltello che lei stessa aveva con sé. Stando alle ferite riportate sul corpo della vittima, l’arma, non ancora trovata, dovrebbe avere una lama curva, più larga alla base per poi finire appuntita. Il coltello dovrebbe essere lungo non più di un palmo di una mano, probabilmente con il manico in plastica, di una dimensione maggiore della lama stessa. Lo stesso 17enne ha così descritto e disegnato su un foglio agli inquirenti, durante l’interrogatorio del 13 settembre, l’arma. Lucio M. ha dichiarato di non ricordare dove ha occultato il coltello e per questo motivo i Carabinieri continuano a cercare l’arma nella zona in cui è stata trovata Noemi e nella casa del giovane.

Il fidanzato reo confesso è attualmente detenuto in Sardegna con l’accusa di omicidio premeditato. Per gli inquirenti non è ancora chiaro se la studentessa sia stata picchiata prima di essere accoltellata o dopo. Si attendono quindi i risultati degli studi dei medici legali sull’infiltrato emorragico sottocutaneo dei tessuti interessati per capire, con esattezza, la sequenza dei fatti al fine di stabilire se le contusioni da picchiamento risalgono a prima o dopo la morte di Noemi. Si cercano inoltre, su richiesta della Procura dei minori di Lecce, eventuali presenze di tracce di dna estraneo sul corpo della studentessa. Tale accertamento potrebbe fornire indicazioni importanti su eventuali complici durante o dopo il delitto.

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