Addio a Kohl, il padre della Germania unita. L’uomo che in Tv ammise: “Sì, ho preso tangenti per il partito”

Cordoglio e per molti anche nostalgia, in Germania e nel resto d’Europa, per la morte, ieri 16 giugno, di Helmut Kohl. L’ex cancelliere tedesco aveva 87 anni.

Kohl si è spento nella sua casa a Ludwigshafen, città sul Reno nella Germania occidentale. Esponente e leader della Cdu, la democrazia cristiana tedesca, fu cancelliere dal primo ottobre 1982 al 27 ottobre del 1998, e soprattutto è stato l’artefice della riunificazione tedesca il 3 ottobre del 1990, quando la Germania Ovest, da lui governata, unì a sé la Germania Est socialista e filo-sovietica, il cui apparato statale e politico si era sgretolato sotto l’ondata delle proteste popolari e il crollo del Muro di Berlino.

IL SALUTO DI ANGELA MERKEL

Helmut Kohl ha cambiato in modo decisivo anche la mia vita” ha detto la cancelliera della Germania, Angela Merkel, ricordando il suo mentore politico. “Sono personalmente riconoscente” a Kohl, ha aggiunto. “Tutti noi possiamo essergli riconoscenti per quello che in tanti anni ha fatto per noi tedeschi e il nostro Paese”, ha dichiarato Merkel.

IL SUO RAPPORTO SPINOSO CON KOHL

In realtà il rapporto con Kohl è stato molto complesso e contraddittorio: Angela era la sua pupilla, ma l’ex cancelliere si sentì tradito quando la Merkel, già alla guida del partito, nel 2001 chiese al suo mentore di uscire di scena con una lettera pubblicata sul quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. Kohl si era infatti rifiutato di fare i nomi dei donatori dei fondi neri andati al partito (vedi più sotto cosa fu lo scandalo). Per il politico conservatore fu il colpo di grazia e Merkel fu bollata come una traditrice. Pochi giorni dopo la moglie di Kohl, Hannelore, depressa e affetta da una rara allergia alla luce, si tolse la vita. In un’intervista dello scorso febbraio al settimanale Die Zeit, uno dei figli della coppia, Walter Kohl, imputa senza tanti giri di parole una “responsabilità non irrilevante” all’attuale cancelliera nella morte di Hannelore Kohl.

 

La cancelliera della Germania, Angela Merkel, controversa allieva di Kohl

MATTARELLA: “ERA PADRE NOBILE DELL’EUROPA”

“Ho appreso con profonda commozione della scomparsa di Helmut Kohl, personalità politica di straordinaria rilevanza nella storia recente della Germania e dell’intera Europa. La sua scomparsa priva la Germania di una grande personalità e l’Europa di uno dei suoi padri nobili“. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio ha inviato al Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.

SECONDO SOLO AD ADENAUER

Helmut Kohl, con i suoi 16 anni al vertice della Germania Ovest (dall’ottobre 1982 al 1998) è stato il cancelliere più longevo del Dopoguerra ma un pesantissimo scandalo circa tangenti al suo partito gli ha negato un limpido ingresso nel pantheon tedesco accanto a Otto von Bismarck, al cancelliere forse più amato dai tedeschi dopo la guerra, il democristiano Konrad Adenauer, e al socialdemocratico Willy Brandt.

LO SCANDALO DELLE TANGENTI AMMESSO IN DIRETTA TV

Sì, è vero, ho fatto versare tangenti al partito in violazione della legge” aveva dichiarato lo stesso ex cancelliere nel 1999 in diretta televisiva sulla seconda rete tv Zdf. Fu uno scandalo per molti tedeschi. Ma Kohl mantenne una sua coerenza e spiegò: “Ho fatto un grave errore, ma non ho preso denaro per me. Non voglio e non posso fare i nomi dei donatori, che ci chiesero di restare anonimi. Erano cittadini decisi ad appoggiare la Cdu, e io usai quel denaro non già per scopi personali ma per rafforzare il partito in Germania orientale“. Lo scandalo si rivelò poi molto complesso, fino a coinvolgere il presidente francese François Mitterrand. Ma Helmut Kohl è ormai alla storia: è lo è come uno dei grandi leader politici del Novecento che hanno lavorato alacremente e con successo per garantire decenni di pace e prosperità all’Europa occidentale.

 

Addio a Kohl, il cancelliere che ha riunificato la Germania. L'uomo che in Tv ammise: "Sì, ho preso tangenti per il partito"

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