Le intercettazioni sconvolgenti del boss di mafia: “Berlusconi ha tradito”

La notizia con i contenuti delle intercettazioni è emersa venerdì 9 giugno, ripresa dall’agenzia Ansa e da tutte le principali testate online: il boss di mafia palermitano Giuseppe Graviano, intercettato per un anno nel carcere di Ascoli mentre parlava con un compagno di cella, nel corso del 2016, sostiene che “le stragi del 1993 non furono opera della mafia” e che Silvio Berlusconi “mi ha chiesto questa cortesia… per questo c’è stata l’urgenza. Lui voleva scendere… però in quel periodo c’erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa”. Ghedini replica: “Berlusconi non ha mai avuto alcun contatto con Graviano né diretto né indiretto”

“LE STRAGI DEL ’93 NON LE HA FATTE LA MAFIA”

Poi nel ‘93 ci sono state altre stragi ma no che era la mafia, loro dicono che era la mafia. Allora il governo ha deciso di allentare il 41 bis, poi è la situazione che hanno levato pure i 450“. Così disse a un compagno di detenzione, non sapendo di essere intercettato, il boss della mafia di Brancaccio, a PalermoGiuseppe Graviano alludendo alla decisione, presa nel novembre del ‘93, di revocare il carcere duro (il 41 bis) per 450 mafiosi.

I PM: “PER FERMARE LE STRAGI COSA NOSTRA VOLEVA ALLENTARE IL 41 BIS”

Le parole di Graviano sono finite agli atti del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia e dimostrerebbero – secondo i pubblici ministeri – che tra le condizioni poste da Cosa Nostra alle istituzioni per fare cessare la stagione delle stragi intraprese a partire dal ’92-93 – le uccisioni dei giudici Falcone e Borsellino, e gli attentati di via dei Georgofili a Firenze, via Palestro a Milano, e San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma, per non parlare degli attentati mancati o non riusciti come quello a Maurizio Costanzo in via Fauro a Roma – c’era un allentamento del carcere duro.

GRAVIANO È SOTTO INCHIESTA PER LA TRATTATIVA STATO-MAFIA

Graviano ricorda il suo periodo al 41 bis (il regime di carcere duro per i mafiosi) all’isola toscana di Pianosa, già supercarcere di massima sicurezza: “Pure che stavi morendo dovevi uscire e c’era un cordone, tu dovevi passare nel mezzo e correre. Loro buttavano acqua e sapone“. “Andavano alleggerendo del tutto il 41 bis …se non succedeva più niente, non ti toccavano, nel ‘93 le cose migliorarono tutto di un colpo“, aggiunge. Graviano è ora indagato nel processo sulla trattativa Stato-mafia. Intercettato per quasi un anno dai pm di Palermo, mentre parla a ruota libera anche del rapporto tra Stato e mafia, il boss è stato interrogato dai magistrati a marzo scorso: gli viene contestato il reato di minaccia a Corpo politico dello Stato in concorso con altri boss, per cui già è in corso un processo.

Giuseppe Graviano, il boss di mafia che accusa Berlusconi

“BERLUSCONI CI HA TRADITO”, DICE IL BOSS

Terribili le parole del boss, sempre rivolte al compagno di cella, che fanno esplicitamente riferimento al fondatore e presidente di Forza Italia. “Berlusconi quando ha iniziato negli anni ‘70 ha iniziato con i piedi giusti, mettiamoci la fortuna che si è ritrovato ad essere quello che è. Quando lui si è ritrovato un partito così nel ’94 si è ubriacato e ha detto `Non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato´. Pigliò le distanze e ha fatto il traditore“. “Berlusca mi ha chiesto questa cortesia… per questo c’è stata l’urgenza. Lui voleva scendere… però in quel periodo c’erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa“. Frase che i pm interpretano come la necessità di un gesto forte in grado di sovvertire l’ordine del Paese.

“ALLE PUTTANE I SOLDI GLIELI DA’…A ME PUGNALATE…”

“Tu lo sai che mi sono fatto 24 anni, ho la famiglia distrutta … alle buttane glieli dà i soldi ogni mese. Io ti ho aspettato fino adesso … e tu mi stai facendo morire in galera senza che io abbia fatto niente”, dice ancora il boss che, inveisce, secondo i pm di Palermo, contro Silvio Berlusconi. “Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi arrestano e tu cominci a pugnalarmi”, aggiunge sfogandosi con un altro detenuto.

GHEDINI: “BERLUSCONI NON HA MAI AVUTO ALCUN CONTATTO CON GRAVIANO”

A stretto giro la replica dell’avvocato di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, senatore di Forza Italia: Dalle intercettazioni ambientali di Giuseppe Graviano, depositate dalla Procura di Palermo, composte da migliaia di pagine, corrispondenti a centinaia di ore di captazioni, vengono enucleate poche parole decontestualizzate che si riferirebbero asseritamente a Berlusconi. Tale interpretazione è destituita di ogni fondamento non avendo mai avuto alcun contatto il Presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano“.

L’avvocato Niccolò Ghedini, storico legale di Silvio Berlusconi

Photo credits: Twitter, Facebook

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