Omicidio di Osimo, negata perizia psichiatrica ad Andreucci: la difesa non si arrende

Il giudice che si sta occupando dell’omicidio di Olindo Pinciaroli ha negato la perizia psichiatrica a Valerio Andreucci: “Era pienamente consapevole ed ha cercato di depistare le indagini”.

È in corso una battaglia fra accusa e difesa nell’ambito dell’inchiesta sul delitto di Olindo Pinciaroli, avvenuto domenica 21 maggio 2017 ad Osimo. Attualmente in carcere vi è l’unico indagato Valerio Andreucci, accusato dell’omicidio volontario del veterinario 50enne. L’accusa sostiene: “Il fatto che ha rilasciato dichiarazioni atte a fuorviare le indagini dimostra la piena consapevolezza della gravità della condotta tenuta da Valerio Andreucci, per cui non è necessario che venga sottoposto a visita medica (riferendosi alla richiesta della difesa di una perizia psichiatrica)”. La difesa del ragazzo non è d’accordo e sostiene: “Il ragazzo non sta bene e va visitato da uno specialista“. Proprio in questi giorni il giovane collaboratore ha compito 24 anni; nel carcere di Montacuto sono andati a trovarlo i suoi familiari per farli gli auguri. Un compleanno certamente non dei migliori, che non potrà mai dimenticare: trascorso dietro le sbarre con una grave accusa e con prove schiaccianti contro di lui.

Una battaglia alla quale il legale di Valerio Andreucci, Alessandro Angelozzi, non si arrende e intende dimostrare l’instabilità psichica del giovane. L’avvocato ha domandato di poter affidare ad un suo consulente medico la perizia psichiatrica, richiedendo l’accesso in carcere del suddetto dottore. Accesso che è stato negato, ma che il 7 giugno il legale ha di nuovo chiesto con un’altra istanza. Stando quanto riportato da Il Resto del Calirno, il legale Angelozzi ha presentato la prima istanza il 31 maggio 2017, indicando nel dottor Alberto Mancini, direttore del dipartimento di Igiene Mentale di Fermo, lo specialista incaricato. Il giudice Carlo Cimini ha respinto spostando il parere negativo del pm Marco Pucilli, il quale ha motivato il suo punto di vista sostenendo che la richiesta era generica e che la visita potrebbe inficiare su accertamenti futuri. Inoltre, a sostegno della tesi della difesa, vi è il fatto che la direzione del carcere non ha segnalato particolari problematiche psichiche di Valerio Andreucci.

Alessandro Angelozzi non si arrende e ha motivato la nuova istanza sulla base delle condizioni del ragazzo in carcere che ha riferito di non riuscire a dormire, di assumere tranquillanti e di non uscire nell’ora d’aria. Anche la famiglia dell’imputato dell’omicidio di Olindo Pinciaroli ha sollecitato questo accertamento, preoccupati dello stato di salute del figlio. Il giovane collaboratore, va precisato, non ha mai ammesso l’omicidio e continua a professarsi innocente.

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