Londra: era italo-marocchino il terzo attentatore. Fermato a Bologna nel 2016

Si chiamava Youssef Zaghba il terzo attentatore di Londra. Il giovane aveva passaporto italiano, essendo figlio di un’italiana e di un marocchino. La donna vivrebbe vicino Bologna. Zaghba fu fermato a marzo 2016 all’aeroporto del capoluogo emiliano

Il ragazzo, 22 anni – il primo a destra nella foto in alto -, stava per prendere un volo diretto a Istanbul quando fu fermato dalle forze dell’ordine. Lo riporta l’Ansa. Il ventenne, classe 1995, aveva con sé solo un piccolo zaino, il passaporto e un biglietto di sola andata: circostanze sospette, che insieme alla rotta aerea per la Turchia, ne fecero disporre il fermo per accertamenti. Fu contattata la madre, che risiederebbe tutt’ora nella provincia del capoluogo emiliano.

Gli altri due terroristi dell’attacco di sabato 3 giugno erano Khuram Butt e Rachid Redouane, entrambi di Barking. Il primo, 27 anni, era considerato il capo della cellula che ha sferrato l’attacco ed è l’uomo che compare nel documentario di Channel 4 sull’integralismo islamico nel Regno Unito mentre srotola una bandiera dell’Isis a Regent’s Park. Il filmato è andato in onda l’anno scorso, l’uomo viene ripreso con due predicatori islamici noti alle forze dell’ordine mentre discute con gli agenti di polizia che erano intervenuti.

Il duplice attacco è stato condotto nella notte tra sabato e domenica, a soli 4 giorni dal voto alle elezioni politiche dell’8 giugno, nel cuore della capitale del Regno Unito: dapprima su London Bridge, ponte simbolo della città, dove un pulmino ha investito diversi pedoni e ne sono poi usciti tre aggressori che hanno accoltellato altri passanti; quindi nella zona di Borough Market, dove lo stesso commando ha continuato la sua azione di morte prima di cadere sotto i colpi della polizia. Il bilancio è di 7 morti (oltre ai tre terroristi), 36 i feriti, ventuno versano “in condizioni critiche”, tra i quali un poliziotto, ha detto il capo di Scotland Yard Police Mark Rowley. L‘agenzia Amaq, organo di comunicazione dell’Isis, ha rivendicato l’attacco a Londra.

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Photo credits: Twitter

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