La nuova vita di Sabrina e Cosima Misseri dopo l’omicidio di Sarah Scazzi: da assassine ad artiste

Sabrina Misseri e Cosima Serrano, condannate all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio di Sarah Scazzi, hanno preso parte con entusiasmo alla realizzazione della mostra “L’altra città”.

Sabrina Misseri e Cosima Serrano, condannate all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio di Sarah Scazzi uccisa il 26 agosto del 2010, stanno affrontando la nuova vita dietro le sbarre. Le due detenute, che nel corso dei tre gradi di giudizio si sono sempre dichiarate innocenti, hanno preso parte ad un laboratorio artistico condotto da Giulio De Mitri, artista e docente all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. De Mitri, nell’autunno del 2016, ha intrapreso uno studio dell’arte con le detenute dell’istituto penitenziario Carmelo Magli. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’artista ha dichiarato: “Sabrina era attentissima, e dopo poche settimane era in grado di riconoscere le differenze stilistiche tra un quadro di Picasso e uno di Max Ernst“.

L’idea di questa attività per le detenute nasce dal primo comandante del reparto di polizia penitenziaria, Giovanni Lamarca, a cui si sono associati poi il critico d’arte Achille Bonito Oliva, la sociologa Anna Paola Lacatena, il crititco Roberto Lacarbonara, l’attore Giovanni Guarino e l’artista De Mitri, da cui è nata la mostra itinerante “L’altra città”. Un percorso che lo stesso detenuto fa quando entra in quella che viene definita “casa del dolore”: dalle impronte digitali, alla cella dei nuovi giunti con gli oggetti di prima accoglienza fino a giungere alla terza cella, quella della detenzione definitiva, decorata con il quadro di Goya, Il tribunale dell’inquisizione. Dopo una pausa si passa infine nel posto peggiore, la cella di isolamento, dove si viene rinchiusi per aver fatto qualcosa contro il regolamento, dipinta di nero. Qui le detenute hanno appeso al soffitto farfalle e rose realizzate con il cartoncino. Nei passaggi precedenti invece dal soffitto pendevano le carte d’identità delle carcerate, da scostare a mano per passare, proprio per rendere l’idea dell’altra città composta da chi è stato emarginato per ciò che ha fatto nella “città dei normali”. Questo viaggio tra le due città si potrà visitare fino al 15 giugno 2017 presso la casa circondariale Carmelo Magli di Taranto.

La mostra, fuori dagli schemi, è stata realizzata con il contributo di 20 detenute, tra cui Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Entrambe, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono state entusiaste di partecipare attivamente alla realizzazione della stessa. L’obiettivo della mostra è quello di annullare la distanza tra la società civile e quella dei reclusi. Per accedervi basta fare richiesta scritta, in quanto il percorso è all’interno delle celle e degli spazi di solito usati dai detenuti.

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