Svolta sulla morte del caporale Tony Drago: si indaga per omicidio volontario

La Procura militare ha aperto una nuova inchiesta per la morte del caporale Tony Drago: si pensa che sia stato vittima di nonnismo. Molte le analogie con il caso del parà Emanuele Scieri, morto a Pisa nel 1999, anch’egli di Siracusa come Drago

Resta ancora avvolta nel mistero la morte del caporale Tony Drago, il giovane di 25enne originario di Siracusa, trovato senza vita il 6 luglio 2014 nel piazzale della caserma Sabatini a Roma. Il militare era in servizio nello squadrone di rappresentanza del reggimento Lancieri di Montebello. La prima versione della sua morte, diramata in fretta dall’Esercito, parlava di un suicidio: secondo la Procura militare il giovane si sarebbe lanciato nel vuoto a seguito di una presunta delusione sentimentale, da un’altezza di circa 11 metri. Dopo che i periti nominati dal giudice delle indagini preliminari di Roma hanno stabilito che Drago è stato ucciso, la Procura militare ha aperto un’inchiesta sulla morte del caporale ipotizzando il reato di omicidio volontario.

Le ferite riscontrate sul corpo di Drago non lasciano dubbi: il ragazzo non si è suicidato. Secondo le perizie, il giovane sarebbe stato vittima di un violento pestaggio e i colpi alla schiena farebbero pensare che è stato obbligato a fare delle flessioni, durante le quali veniva colpito pesantemente, per poi ricevere il colpo mortale alla testa. La morte di Tony Drago sembra sempre più assomigliare al caso di Emanuele Scieri: il parà morto all’età di 26 anni nella caserma “Gamerra” dei paracadutisti della Brigata Folgore di Pisa. Scieri fu ritrovato senza vita il 16 agosto 1999, sotto un tavolino ai piedi della torre usata per asciugare i paracaduti, e inizialmente è stato dichiarato morto per cause accidentali. Oggi, a 18 anni dai fatti la sua morte è ancora avvolta da omertà e silenzi ma nessuno crede più alla fatalità. Tra i due decessi ci sono troppe similitudini, come riportato dal settimanale Giallo, a partire dalla dinamica misteriosa che li vede precipitare nel vuoto.

L’avvocato Dario Riccioli, che assiste i familiari di Tony Drago, dichiara al settimanale Giallo: “Tony come Lele Scieri è vittima di un atto di nonnismo all’interno della caserma. Quella del suicidio è stata solo una messa in scena. Ci affidiamo pertanto all’esperienza e alla professionalità del procuratore incaricato delle indagini per individuare una volta per tutte gli autori materiali di questo crimine”. Inoltre il legale afferma che: “Se la Procura ordinaria continua a non decidere sulle sorti del procedimento in cui sono indagati 8 militari per l’omicidio, ho chiesto formalmente la chiusura delle indagini al procuratore della Repubblica di Roma. Se la mia richiesta non dovesse avere risposta chiederò al procuratore generale di assumere titolarità delle indagini per il mancato esercizio dell’azione penale da parte del procuratore ordinario“.

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