Omicidio di Sara di Pietrantonio: gli inquietanti messaggi che annunciano la fine

Gli ultimi giorni di vita di Sara di Pietrantonio ricostruiti dai messaggi che scambiava con l’ex e suo assassino Vincenzo.

Sara Di Pietrantonio morta il 29 maggio, lungo una strada di periferia, a Roma, dopo esser stata strangolata e data alle fiamme dal suo ex ragazzo Vincenzo Paduano. Quando poi lui, reo confesso, fu arrestato per l’omicidio l’ordinanza del gip escluse la premeditazione. Le analisi delle chat tra la 22enne romana uccisa e l’ex fidanzato trasformatosi in assassino, però, rivelano contenuti inquietanti che potrebbero essere elementi decisivi per inserire quest’aggravante e far rischiare al 27enne l’ergastolo.

Uno degli elementi decisivi è legata anche ad una testimonianza degli amici: il loro fu un rapporto sentimentale normalissimo, come tanti. A scatenare la folle gelosia di Vincenzo però, ci fu un bacio dato, nel 2015, da Sara al suo ex fidanzato alla sua festa di compleanno. Da quel giorno, Vincenzo, che le alzò le mani in pubblico e la trascinò di forza in auto, iniziò a perseguitare Sara. Lei decise, quindi, di lasciarlo: «Ho paura di te dopo quello che mi hai fatto, credo che tu mi debba delle scuse. Vediamoci, voglio sentire cos’hai da dirmi», scriveva Sara a Vincenzo su WhatsApp. Il giovane aveva risposto: «Se hai paura di me, in un luogo affollato potresti stare più tranquilla». Vincenzo, però, continuava a monitorare costantemente non solo i profili social di Sara e dei suoi amici, ma anche gli spostamenti della ragazza, grazie ad un’app sullo smartphone che intercettava l’altro dispositivo.

Proprio così lui scopre che lei ha un’altra relazione e le minacce si fanno pesanti e pressanti: «Perché vuoi uccidermi?», scriveva Sara a luglio 2015. Vincenzo rispondeva così: «Servirebbe a qualcosa?». L’omicidio, avvenuto nel 2016, era stato addirittura annunciato: «Quando il marcio è radicato nel profondo ci vuole una rivoluzione, tabula rasa. Diluvio universale». È morta così Sara, vittima di una folle rivoluzione.

 

Photo Credits: Facebook

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