Omicidio di Vasto, la difesa chiede i domiciliari: “è grave”

Vasto: a 15 giorni dall’arresto, Di Lello ha presentato domanda di riesame del provvedimento cautelare per accedere ai domiciliari data la sua situazione psicologica.

“Sta malissimo”: è questa la motivazione con cui gli avvocati della difesa hanno presentato richiesta di revisione del provvedimento cautelare per Fabio Lello, l’uomo che a Vasto avrebbe ucciso l’assassino di sua moglie. Pierpaolo Andreoni e Giovanni Cerella, gli avvocati, sostengono che il regime carcerario è incompatibile con le condizioni del loro assistito, «per la grave situazione psicologica e psicofisica in cui versa». «Sta malissimo – sottolineano i legali – piange di continuo e non riesce a venir fuori dallo stato di profonda prostrazione». Secondo i legali, dunque, ci sarebbero le condizioni per chiedere al giudice di rendere meno afflittiva la detenzione cautelare dell’uomo.

Di Lello è accusato dalla procura di Vasto di aver ucciso con tre colpi di pistola calibro 9 Italo D’Elisa di fronte a un bar su Via Perth, diversi sarebbero i testimoni. Secondo quanto riportato l’omicidio sarebbe una vendetta. Italo D’Elisa, infatti, era accusato di omicidio stradale nei confronti della moglie del suo aggressore e l’udienza preliminare si sarebbe svolta nel palazzo di giustizia di Vasto il prossimo 21 febbraio. Ora quel processo si estinguerà, mentre su Fabio pende l’accusa di omicidio volontario premeditato.

Nel Luglio 2016 D’Elisa alla guida della sua Fiat Punto, all’incrocio tra corso Mazzini e via Giulio Cesare, travolse e uccise la moglie di Fabio, Roberta Smargiassi, 34 anni, che, in sella al suo scooter, stava rientrando a casa. La Punto, come accertato dalle immagini della videosorveglianza pubblica, passò col rosso. “Fabio – ha raccontato la madre Michelina qualche giorno fa – si è lasciato andare piano piano. Soffrivamo molto nel vederlo così: si trascurava ed era ingrassato di 30 chili. Il nostro timore era che potesse suicidarsi, ma nessuno poteva immaginare questa tragedia. Avrei dovuto fare di più per aiutarlo”.


Photo Credits: Facebook

Impostazioni privacy