Brexit: il sì della Camera dei Comuni

Con 498 voti a favore la Camera dei Comuni britannica ha deciso di avviare le procedure per l’uscita dall’UE. 

Con 498 voti a favore e solo 114 voti contrari, dopo 18 ore di dibattito, la decisione è stata ormai presa: il Regno Unito si avvia verso la rottura con l’UE rispettando in questo modo il risultato del referendum del 23 giugno scorso. Il partito laburista guidato da Jeremy Corbyn aveva dichiarato che non avrebbe votato contro, ma circa 30 dei suoi membri hanno comunque deciso di non sostenere il testo di legge del governo May.

Oggi il governo britannico presenterà infatti al Parlamento il famoso “libro bianco” dove Theresa May ha illustrato come verrà strutturato il piano per l’avvio della Brexit. Il testo di legge sarà poi esaminato dalla Camera dei Lords per eventuali modifiche. Anche se contrario alla decisione presa dalla Camera dei Comuni la “House of Lords” non può infatti fare nulla per cambiare la decisione ormai intrapresa.

Theresa May è così riuscita a superare un ostacolo che preoccupava non poco il suo governo conservatore: la Corte Suprema britannica aveva stabilito infatti che prima di avviare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona la norma doveva essere accettata dal Parlamento stesso. L’articolo stabilisce che un membro della comunità europea, una volta informato il Consiglio Europeo e stabilite le norme giuridiche sulle quali si stabilirà il rapporto con l’Europa, ha il potere di allontanarsene. Non contenta della decisione Theresa May ha cercato di appellarsi alla Royal Prerogative che stabilisce come il potere della monarchia sia ormai nelle mani del governo.

Ora però l’articolo 50 può per la May finalmente essere messo in atto e dovrebbe scattare entro fine marzo, anche se ci saranno poi due anni di negoziati che avranno come obiettivo quello di un allontanamento definitivo con Bruxelles e un accordo verso nuova intesa doganale senza dazi.

Brexit: il si della Camera dei Comuni

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