Nuove accuse shock per Silvio Berlusconi: “Pagava le ragazze fino a due mesi fa”

Inchiesta Ruby ter, Berlusconi è indagato per corruzione in atti giudiziari: “Avrebbe fatto consegnare dal ragioniere Spinelli somme mensili in contanti”.

Ruby quarter? Ancora non è dato saperlo. Sembra che Silvio Berlusconi “sino al novembre scorso”, abbia continuato a pagare quattro ragazze ospiti delle cene del Bunga Bunga. Di questo si è convinta la Procura di Milano, che ha iscritto nuovamente il nome di Berlusconi sul registro degli indagati con “l’potesi di corruzione giudiziaria insieme a quattro ragazze”. La presunta corruzione riguarderebbe: Elisa Toti, Aris Espinosa, Miriam Loddo e Giovanna Rigato.

Tutto sarebbe scaturito da alcuni accertamenti investigativi nell’ambito dell’inchiesta, sempre coordinata dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, per una presunta tentata estorsione nei confronti dello stesso Berlusconi da parte di Rigato, che avrebbe cercato di ottenere con minacce fino ad un milione di euro dal leader di Forza Italia. Secondo le nuove attività investigative, Berlusconi avrebbe continuato a utilizzare il suo ragioniere personale, Giuseppe Spinelli, per consegnare denaro contante alle ragazze, le stesse che oggi sono indagate di corruzione giudiziaria per avere detto il falso in aula nel corso dei processo Ruby. Nel nuovo atto di accusa, vengono indicati una decina di versamenti dal settembre scorso per importi compresi tra i 2 e i 3 mila euro ciascuno in contanti. Nessuno degli interessati ha rilasciato dichiarazioni in merito.

A breve potrebbe arrivare l’avviso di chiusura indagini di questo nuovo filone perché gli inquirenti vorrebbero riuscire a riunirlo, se ci saranno i tempi tecnici, a quello principale nel quale l’ex Cavaliere è accusato di aver comprato il silenzio o la reticenza delle ragazze-testimoni, Ruby compresa, con un totale di circa 10 milioni di euro (circa 7 milioni alla sola Karima El Mahroug). Tali versamenti erano stati spiegati dall’ex premier come «atti di liberalità» e «generosità» nei confronti di ragazze che hanno avuto la vita «rovinata» dal clamore dei processi.

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Photo Credits: Facebook

 

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