Le frasi shock del Capo della Polizia: “L’Isis? Colpirà anche noi, prima o poi”

Non solo la Germania, la Francia, il Belgio o la Turchia. Anche in Italia è alto il rischio di attentati terroristici di matrice islamista. “Noi avremo un prezzo da pagare…” dice il Capo della Polizia, Franco Gabrielli

«Lo dico in maniera molto cruda: prima o poi anche noi un prezzo lo dovremo pagare. Ci auguriamo sia quanto più contenuto possibile», ma «noi dentro a quella minaccia ci siamo. Le indagini, spesso successive ai rimpatri, hanno dimostrato che buona parte delle persone fermate nel nostro Paese perché considerate vicine all’Isis stava realmente per compiere attentati e fare morti. Questo, però, non deve toglierci la nostra libertà. Saremmo sconfitti solo se ci lasciassimo condizionare nella nostra quotidianità». Lo afferma il capo della polizia, Franco Gabrielli, in due interviste, sabato 7 gennaio, al Giornale e al Quotidiano Nazionale.

PERCHÈ IN ITALIA NON CI SONO ATTENTATI

Il fatto che l’Italia non sia ancora stata toccata direttamente dal terrorismo di matrice islamista «è il frutto di diversi fattori – spiega Gabrielli -. Oltre all’ottimo lavoro di prevenzione, il punto è che non abbiamo sacche gravi di marginalizzazione e che noi i sospetti terroristi li espelliamo subito», dice Gabrielli. «La verità è che se la smettessimo di giudicarci più coglioni degli altri, scopriremmo che in molti casi siamo migliori». In merito alla radicalizzazione in Rete, «sarebbe sbagliato limitare l’uso del web, mentre è giusto indagarlo con squadre e strumenti speciali. È quel che facciamo quotidianamente».

UN CENTRO DI ESPULSIONE IN OGNI REGIONE

Per il prefetto è «importante riaprire i Cie (i centri di identificazione ed espulsione, ndr.) in numero sufficiente e in ogni regione. Si arriverà a una permanenza di massimo un anno in presenza di motivi di sicurezza pubblica». Sui rimpatri dei migranti che fanno ricorso per la negazione del diritto d’asilo, «la normativa europea prevede almeno un grado di giudizio, il nostro sistema giudiziario ne presuppone tre. Intendiamo fermarci al primo».

SOLDI AI PAESI DEI MIGRANTI

I Paesi d’origine non recepiscono le espulsioni perché «l’emigrazione è due volte vantaggiosa: decomprime la demografia e garantisce importanti rimesse di denaro», osserva Gabrielli. «Dunque occorre fare in modo che riprenderseli sia ancora più vantaggioso. Con quello che spende lo Stato per accoglienza, sanità e sicurezza, le risorse da distribuire a mo’ di incentivo non mancherebbero». In merito agli accordi bilaterali sugli espulsi e centri di raccolta dei migranti in nord Africa ipotizzati dal ministro dell’Interno Marco Minniti, «il governo sta lavorando seriamente su entrambi i fronti, e sono sicuro che a breve avremo importanti novità anche nel rapporto con la Libia», dichiara Gabrielli.

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