Turchia, Erdogan minaccia l’Europa: “Riapriremo frontiere ai migranti”

Il giorno seguente la mozione con cui l’Europarlamento chiede la sospensione dei negoziati di adesione della Turchia all’Unione Europea, il presidente turco Erdogan lancia l’avvertimento: “Se l’Europa si spingerà troppo oltre, permetteremo ai rifugiati di passare dai valichi di frontiera” verso i paesi della Ue. Pronta la risposta dalla Germania.

Recep Tayyip Erdogan minaccia l’Unione Europea. All’indomani della mozione con cui l’Europarlamento chiede la sospensione dei negoziati di adesione della Turchia alla Ue, motivata dalle misure repressive adottate dopo il tentato golpe, è arrivata la risposta del presidente turco in occasione di un discorso tenuto ad Istanbul: “Se l’Europa si spingerà troppo oltre, permetteremo ai rifugiati di passare dai valichi di frontiera” verso i paesi dell’Unione Europea. Il riferimento è all’accordo con le autorità di Bruxelles del 18 marzo, finalizzato a ridurre il flusso di migranti illegali che arrivavano in Europa dall’Egeo.

Erdogan ha aggiunto: “Non avete mai trattato l’umanità in modo onesto e non vi siete occupati delle persone in modo giusto. Non avete raccolto i bambini quando (dopo essere annegati, n.d.r.) nel Mediterraneo arrivavano sulle coste. Siamo noi che stiamo nutrendo circa 3,5 milioni di rifugiati in questo Paese. Voi non avete mantenuto le promesse. Quando 50 mila rifugiati sono arrivati a Kapikule (la frontiera fra Turchia e Bulgaria, n.d.r.) vi siete messi a urlare e a dire ‘Che faremo se la Turchia apre i valichi di frontiera?'”.

La risposta della Germania, in prima linea per conto dell’Unione Europea per quanto riguarda la discussione sul tema dei migranti, non è tardata ad arrivare. Il portavoce del cancelliere Angela Merkel, Ulrike Demmer, ha risposto così ad Erdogan: l’accordo fra Ue e Turchia sul rimpatrio dei migranti illegali “è nell’interesse di entrambe le parti”. E ha concluso: “Le difficoltà e le questioni critiche vanno affrontate e risolte attraverso il dialogo”.

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Photo Credits: Twitter

 

 

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