Ecco Stelvio, il primo Suv di Alfa Romeo

Al Salone di Los Angeles ha debuttato la nuova Alfa Romeo Stelvio, il primo Suv nella storia del prestigioso marchio automobilistico. Più simile a una berlina sportiva che a un tradizionale Suv di questo segmento, la versione Quadrifoglio ha un motore Ferrari 2.9 V6 BiTurbo benzina da 510 cavalli.

Alfa Romeo sbarca nel mondo dei Suv. Il prestigioso marchio automobilistico ha presentato ufficialmente al Salone di Los Angeles la nuova Alfa Romeo Stelvio nella versione Quadrifoglio. Primo Suv della casa in oltre un secolo di storia, l’automobile dispone di un motore Ferrari 2.9 V6 BiTurbo benzina da 510 cavalli. Il Suv Stelvio, nato nel centro d’ingegneria Alfa Romeo a Modena, verrà realizzato nella fabbrica di Cassino su una linea di produzione dedicata esclusivamente ai nuovi modelli Alfa Romeo.

Le proporzioni di Stelvio esprimono compattezza, dinamicità e forza. Le sue dimensioni sono contenute: 468 centimetri di lunghezza, 165 cm di altezza e 216 cm di larghezza.  La linea complessiva della versione Quadrifoglio presentata a Los Angeles  – complici la minigonna in tinta carrozzeria e l’appendice in carbonio, il lunotto particolarmente inclinato e sovrastato dallo spoiler, i paraurti ed i possenti archi passaruota – fanno sì che la vettura risulti più simile a una berlina sportiva che a un tradizionale Suv di questo segmento.

Il cambio è automatico con il nuovo selettore Alfa DNA Pro, mentre il volante (che raggruppa tutti i comandi) è stato disegnato piccolo per andare incontro a ogni stile di guida. Il posto del guidatore è stato forgiato attorno alla persona, con la plancia leggermente ondulata ed il tunnel diagonale. Il motore 2.9 V6 BiTurbo benzina da 510 cavalli abbinato al cambio automatico a otto marce è ispirato da competenze tecniche e tecnologie Ferrari. Oltre al propulsore da 510 cavalli esclusivo della versione Quadrifoglio, tra le altre motorizzazioni nella gamma Stelvio è confermato il 2.0 Turbo benzina da 280 cavalli con cambio automatico a 8 marce.

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Photo Credits: Twitter

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