Guerra in Siria, niente sanzioni alla Russia. Ma l’Ue avverte: “Ora tregua vera”

La tragedia dei bombardamenti di Aleppo non provocherà sanzioni da parte dell’Unione europea alla Russia di Putin. Ma la tensione resta altissima.

Non saranno imposte sanzioni dall’Europa alla Russia per i bombardamenti di Aleppo, in Siria. La città martire del grande paese mediorientale sta vivendo mesi di terribile, lenta agonia, sotto il fuoco incrociato dell’esercito fedele a Bashar Al Assad – supportato dai russi – e i ribelli antigovernativi che godono delle simpatie degli Stati Uniti. Per queste ragioni si è arrivati a inizio ottobre alla rottura diplomatica fra le sue superpotenze. La tensione, dunque, resta altissima. Ma l’Unione europea, per il momento, ha scelto di non aggravarla. Appare questo il senso della non applicazione delle sanzioni come avevano chiesto alcuni Paesi, prima fra tutti la Germania.

A ogni buon conto i partner europei hanno avvisato Mosca che l’opzione sanzioni rimane sul tavolo se continuaneranno i massacri. L’ipotesi, che era nella bozza del testo finale del documento congiunto Ue, è sparita in extremis grazie alla ferma opposizione dell’Italia che, secondo fonti europee, ha lavorato in questo senso insieme alla responsabile per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini.

Non ha senso parlare di sanzioni alla Russia – aveva dichiarato Matteo Renzi in queste ultime ore -. Credo che non avesse senso inserire anche qui un riferimento alle sanzioni”. Nel vertice europeo, ha detto il premier italiano, sono emerse “due posizioni diverse” sulla Russia. “La prima è la posizione di chi oggi ha parlato di nuovo di sanzioni legate al dossier Ucraina perché ieri c’è stato il vertice in formato Normandia a Berlino” ma, ha sottolineato il premier, “questo argomento sarà ripreso alla scadenza delle sanzioni che sarà a gennaio 2017”. “Rispetto al tema della Siria – ha  proseguito – tutti noi siamo preoccupati e abbiamo approvato un documento che richiama l’esigenza di arrivare ad un accordo per una tregua vera e al processo di transizione politica che da tempo aspettiamo. Ma io credo che non abbia senso inserire anche qui un riferimento alle sanzioni”.

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