Matteo Renzi ai giovani della Classe democratica: “Forza con il sì al Referendum”

Matteo Renzi sprona i ragazzi della scuola di formazione politica del Pd a lavorare per recuperare lo svantaggio del Sì, ribadisce l’importanza per il futuro del Paese delle riforme e dell’innovazione e attacca il movimento 5 stelle e il sindaco di Roma, Virginia Raggi

Matteo Renzi ai giovani di Classe democratica ricorda che dall’ultimo dibattito con il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, tra i principali esponenti del fronte del No al referendum, “è finalmente emerso che non c’e’ il rischio di una deriva autoritaria e che sul punto c’era una preoccupazione un tantino esagerata”. Sul referendum ci giochiamo in due mesi i prossimi vent’anni. E’ una sfida pazzesca, una scelta decisiva per rendere l’Italia più forte in Europa. Abbiamo bisogno di recuperare e di un impegno capillare dei più giovani“. Il premier ricorda poi i traguardi raggiunti dal governo e invita tutti all’unita’: “Abbiamo fatto la legge sul dopo di noi, le unioni civili, abbiamo aumentato i fondi per la non autosufficienza. Per queste cose bisognerebbe essere orgogliosi di far parte del Partito democratico invece che litigare dalla mattina alla sera“. La politica, spiega, “non si fa per partecipare ai talk show, ma per venire incontro alle esigenze delle persone“, soprattutto guardando al futuro. Shimon Peres, dice citando lo statista israeliano scomparso nei giorni scorsi, “ha chiesto di investire in sicurezza e armamenti ma ha lavorato soprattutto sul profilo dell’innovazione del suo popolo. Vorrei invitarvi ad amare i grandi del passato, ad amare ancor di piu’ il futuro e a prendere da loro la capacita’ di innovare“. L’innovazione deve essere uno dei capitoli principali dell’agenda politica. “Con l’innovazione possiamo rovesciare il nostro Paese, se passiamo dal timbro a click avremo delle prospettive clamorose“, afferma ricordando la nomina governativa di Diego Piacentini, manager di Amazon e prima di Apple, a capo di un team che si prefigge lo scopo di digitalizzare il Paese.

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Dal palco della scuola di formazione politica Renzi risponde anche a chi critica il governo sul Ponte dello Stretto. Il loro, sostiene, “è un no ideologico”, perchè l’opera di collegamento tra Calabria e Sicilia fu uno dei cavalli di battaglia dei governi Berlusconi. Ma l’odio verso gli avversari non può arrivare a questi livelli. Capita che anche Berlusconi abbia detto cose buone“. E comunque in Italia “stiamo scavando gallerie per 60 chilometri mentre il Ponte sullo Stretto e’ un collegamento di 3 chilometri” che va affrontato, “come ho detto dieci anni fa dopo molte altre cose come l’edilizia scolastica, i viadotti, la conclusione della Salerno-Reggio Calabria, la sistemazione dell’innovazione digitale del Paese. Tutte cose che stiamo facendo anche se con una tempistica per me ancora troppo lenta“.

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