Le storie delle vittime dell’incidente ferroviario in Puglia. La mamma trovata abbracciata alla figlioletta, gli studenti e i lavoratori. Vite spezzate sul treno maledetto
“Quel rumore, non lo dimenticherò mai. E poi il buio, i lamenti. Le grida, tante grida. Riesco ad alzarmi, comincio a camminare, mi accorgo che sotto di me ci sono dei cadaveri. Li pesto, vado avanti. Cerco Matteo, mio marito. Urlo il suo nome, ma lui non mi sente. Poi riesco a trovarlo: è incastrato nelle lamiere. Scavo con le mani, cerco di togliergli di dosso quei pezzi di ferro. Alla fine ci riesco, non so neanche io come, e attraverso un buco del treno lo porto fuori. Restiamo lì, abbracciati.” Questa è la storia di Giuseppina Rutigliani, la donna sopravvissuta al disastro ferroviario che ha salvato il marito. Giuseppina e Matteo sono sposati da 40 anni e si sentono miracolati, sono sopravvissuti. Non è stato così per gli altri 27 passeggeri del treno maledetto. (LEGGI ANCHE: PUGLIA, DISASTRO FERROVIARIO: 27 MORTI. LO STRAZIO DEI PARENTI DELLE VITTIME)
Jolanda Inchingolo aveva 25 anni e avrebbe dovuto sposarsi a settembre. Tutto era pronto per il grande giorno che sognava da sempre. Ieri mattina aveva preso il treno per andare da Marco, il suo fidanzato. Sul binario unico è finita la sua vita e i suoi sogni.”Doveva essere la madre dei miei figli“. Ha gridato Marco davanti al corpo martoriato di Jolanda.
Antonio Summo aveva solo 15 anni ieri mattina stava tornado da scuola dove era stato per recuperare un debito. Il padre gli aveva chiesto di non andarci perché era stato male. “Papà devo recuperare due debiti, devo andarci!” Antonio aveva insistito, voleva recuperare quelle materie, ad aspettarlo alla stazione c’era il nonno, ma Antonio non è più tornato casa.
Fulvio Schinzari, 59 anni, dirigente di polizia nato a Galatina, era un amante dell’arte e della chitarra, è stata la prima vittima a essere identificata da un collega, giunto sul luogo del disastro. Tornava al lavoro dopo le vacanze, era vicequestore aggiunto, responsabile dell’ufficio personale alla Questura di Bari. Lascia la moglie e due figlie.
Enrico Castellano, il nonno di 72 anni in viaggio per il compleanno del nipotino. Era un ex funzionario del Banco di Napoli, era nato a Ostuni ma viveva a Torino da 50 anni. I suoi figli erano tornati a vivere in Puglia e lui era arrivato ad Andria lunedì per il secondo compleanno del nipotino. Oggi, 13 luglio, avrebbero fatto una sola festa anche per il suo onomastico, San Enrico.
Gabriele Zingaro di 23 anni, i genitori hanno sperato fino all’ultimo di trovarlo ancora in vita, ma non è stato così. Giuseppe da poco aveva trovato un posto in fabbrica a Modugno, era stata all’ospedale per farsi controllate una ferita che si era procurato sul lavoro.
Pasqua Carnimeo, di 30 anni, per tutti Patty. Mamma di una bambina di 2 anni e mezzo faceva l’estetista e tutti i giorni, con quel treno, andava a lavorare a Bari la città dove era nata. Si era trasferita ad Andria dopo il matrimonio.
Di Donata, 60 anni non si conosce ancora il cognome. Era la nonna di Samuele, il bambino dormiva in braccio a lei nel momento del violento impatto ed è stato trovato ancora vivo tra le macerie e salvato dai soccorritori. Lei lo stava riportando a Milano dai genitori dopo una vacanza.
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