Giornata anti-omofobia, il mondo difende i diritti di gay, lesbiche, trans e bisessuali

Oggi si celebra in tutti il mondo la giornata anti-omofobia, a pochi giorni dalla legge per le unioni civili anche l’Italia si appresta ad essere uno dei paesi dove l’omosessualità non è più un ostacolo.


Sono 13 i paesi del mondo dove per gli omosessuali è prevista la pena di morte
in altri 14 stati il massimo della pena varia dai 15 anni all’ergastolo. In 17 stati sono state promosse leggi che limitano la libertà di espressione sull’orientamento sessuale e da più parti, in modo preoccupante, se ne chiede l’adozione. Il 68% dei genitori non sarebbe contento all’idea di un figlio gay, ma la stessa percentuale è invece convinta che tutti debbano avere gli stessi diritti senza nessuna discriminazione. Questo è quanto emerge dal report annuale dell’Ilga, International Lesbian, Gay, Bisexual and Trans and Intersex association. La federazione mondiale di organizzazioni che in 125 paesi si battono per ottenere uguali diritti al popolo lgbti, dal 1978.

Purtroppo le realtà di violenze e crimine contro gli omosessuali continuano ad esserci anche in Italia,
Di omofobia e transfobia in Italia si muore ancora – afferma il segretario di Arcigay, Gabriele Piazzoni. Questo è stato confermato dai due omicidi e i due suicidi che compaiono nel rapporto, assieme a tutti gli altri sommersi, invisibili. Non solo: le persone lgbt sono socialmente fragili, esposte a pericoli peculiari della loro condizione. Le persone omosessuali e transessuali sono bersagli privilegiati di rapine, pestaggi, stupri. Inoltre, gay e lesbiche quando non visibili diventano bersagli di ricatti ed estorsioni. E, come le persone trans, sono di frequente fatte oggetto di derisione, di insulti, di limitazioni alle libertà personali, di discriminazioni, di bullismo a scuola, di mobbing sul lavoro.

Per Piazzoni servono leggi. “La prima è quella contro l’omotransfobia, che da decenni chiediamo, in vigore in tantissimi Paesi d’Europa e del mondo e che giace immobile da oltre 300 giorni alla Commissione Giustizia del Senato. Ma servono anche azioni culturali e di welfare, per sgretolare il pregiudizio e sostenere le persone fatte bersaglio dei crimini e delle parole d’odio.”

Photo Credits: Twitter

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