Reato di tortura: l’Italia deve allinearsi

In Italia manca ancora oggi il reato di tortura. Amnesty International: “è urgente colmare le lacune esistenti al più presto”

Da oltre 20 anni in Italia esistono delle proposte in Parlamento per l’introduzione del reato di tortura nella legislazione italiana, ma il nostro Paese è ancora molto indietro. La prima proposta, firmata dal Senatore Nereo Battello del Pci, risale al 1989. Negli ultimi anni si è riaccesa l’attenzione sul tema e il nuovo provvedimento in materia, dopo essere stato approvato dalla Camera è stato rimaneggiato più volte e dovrà, una volta riapprovato da Palazzo Madama tornare ancora alla Camera. In Italia manca ancora oggi il reato di tortura.

La Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984, ratificata dal nostro paese nel 1988, prevede che ogni stato si adoperi per perseguire penalmente quegli atti di tortura delineati all’Art. 1 della Convenzione stessa. Sono passati più di 20 anni anni, ma in Italia il reato di tortura non è stato ancora introdotto.  Il punto critico è la posizione delle forze dell’ordine, rispetto alla quale il testo della Camera specifica: “Se i fatti sono commessi da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso di poteri o in violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio si applica la pena della reclusione da cinque a quindici anni”.

Reato di tortura: l’Italia deve allinearsi

Sul sito di Amnesty International si legge: “dal G8 di Genova del 2001, molti dei responsabili di gravi violazioni dei diritti umani sono sfuggiti alla giustizia e in Italia mancano strumenti idonei per prevenire e punire efficacemente le violazioni. Nel frattempo, molti altri casi che chiamano in causa la responsabilità delle forze di polizia sono emersi e, purtroppo, continuano a emergere, senza che vi sia stata una risposta adeguata da parte delle istituzioni.
Per fermare queste violazioni e a beneficio del ruolo centrale della polizia nella sua funzione di protezione dei cittadini, è urgente colmare le lacune esistenti al più presto.”

Photo credits: Twitter

 

 

Impostazioni privacy