Libia, peschereccio italiano sequestrato da militari di Tripoli

UPDATE 17/04/2015

Secondo gli ultimi aggiornamenti, delle persone probabilmente appartenenti alle forze di sicurezza libiche, sarebbero saliti a bordo del peschereccio “Airone” per una perquisizione, ma l’equipaggio italiano si sarebbe ribellato, rinchiudendo i libici nella stiva.

Lo Stato maggiore della Difesa ha comunicato che il sequestro dell’imbarcazione siciliana è avvenuto a circa 90 chilometri a nord-ovest di Misurata. L’equipaggio sarebbe riuscito ad immobilizzare gli uomini armati saliti a bordo, chiudendoli in una cabina. Nel contempo è scattato il blitz di una unità della Marina, impegnata nell’ambito di operazioni di sorveglianza e sicurezza marittima “Mare Sicuro“. Le forze armate sono riuscite a salire a bordo, riprendendo il controllo del peschereccio.

17/04/2015

Qualche ora fa, nel cuore della notte, è stato sequestrato a circa 30 miglia dalla costa libica il peschereccio siciliano di Mazara del Vallo “Airone. Sono 7 i marinai a bordo, di cui 3 siciliani e 4 tunisini, che intorno alle 03:30 sono stati rapiti da una motovedetta di militari di Tripoli.

Sia la Farnesina che Nicola Cristaldi, sindaco di Mazara, non hanno preso una posizione poiché “le notizie al momento sono frammentarie e contraddittorie“, ha dichiarato Cristaldi. L’Unità di crisi del Ministero degli Affari Esteri, ha preso contatti con la Guardia Costiera e sta verificando la notizia.

Il Presidente del Distretto Produttivo della Pesca Cosvap, Giovanni Tumbiolo, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Abbiamo appena saputo che ci sono diversi militari libici a bordo del peschereccio siciliano sequestrato la notte scorsa a 30 miglia da Misurata. Non solo, il peschereccio è seguito da un rimorchiatore pieno di militari, sempre libici, che hanno anche delle telecamere. Siamo davvero preoccupati. È una manovra per noi incomprensibile ha poi aggiunto – il peschereccio sta raggiungendo Misurata. Si tratta forse di una provocazione, non capisco. Ho anche allertato il ministro libico che non sapeva molto“.

Le notizie che continuano ad arrivare sono frammentarie, rendendo la situazione ancora di più drammatica. Si ipotizza che i sequestratori siano guardia coste islamisti. Verosimilmente lo stesso nucleo che lunedì ha sparato al largo delle coste libiche per impossessarsi del peschereccio italiano che stava prestando soccorso a un centinaio di immigrati. In quel caso la nave della Marina militare, dopo un lungo inseguimento, non era riuscita a bloccare l’imbarcazione di questo gruppo di libici, o pseudo tali.

Questa mattina è stato convocato un tavolo tecnico al Dipartimento della Polizia di frontiera del Viminale, per definire nuove regole e indirizzi vista l’urgenza della questione. Un altro grave episodio, sintomo di un fenomeno sempre più ingovernabile dallo Stato Italiano.

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